“Na Vida de Baccio Bandinelli (Florença, 1493-1560), Vasari
escreve que esta cópia do célebre grupo do Belvedere foi
encomendada em 1520 ao artista pelo papa Leão X:
Dopo questo cardinale vennero al Papa due ambasciadori
dal re Francesco, i quali vedute le statue di Belvedere,
lodorono quanto lodar si possa il Laoconte. Il cardinal de´
Medici e Bibbiena, che erano con loro, domandorono se il re
arebbe cara una simile cosa; risposono che sarebbe troppo
gran dono. Allora il cardinale gli disse: “”A Sua Maestà si
manderà o questo o un simile, che non ci sarà differenza””. E
risolutosi di farne fare un altro a immitazione di quello,
si ricordò di Baccio, e mandato per lui lo domandò se gli
bastava l´animo di fare un Laoconte pari al primo. Baccio
rispose che, nonché farne un pari, gli bastava l´animo di
passare quello di perfezzione. Risolutosi il cardinale che
vi si mettesse mano, Baccio, mentre che i marmi ancora
venivano, ne fece uno di cera, che fu molto lodato; et
ancora ne fece un cartone di biacca e carbone della
grandezza di quello di marmo. Venuti i marmi, e Baccio
avendosi fatto in Belvedere fare una turata con un tetto per
lavorare, dette principio a uno de´ putti del Laoconte, che
fu il maggiore, e lo condusse di maniera che ´l Papa e tutti
quegli che se ne intendevano rimasono satisfatti, perché
dall´antico al suo non si scorgeva quasi differenza alcuna.
Ma avendo messo mano all´altro fanciullo et alla statua del
padre, che è nel mezzo, non era ito molto avanti, quando
morì il Papa. (…)
Morto Adriano VI e creato Clemente Settimo, andò Baccio in
poste a Roma per giugnere alla sua incoronazione, nella
quale fece statue e storie di mezzo rilievo per ordine di
Sua Santità. Consegnategli dipoi dal Papa stanze e
provisione, ritornò al suo Laoconte, la quale opera con due
anni di tempo fu condotta da lui con quella eccellenza
maggiore che egli adoperasse già mai.
Em uma carta anônima de um dos embaixadores venezianos
presentes em Roma em 1522-1523, lê-se:
“”Em Bolonha, o rei da França [Francisco I] pediu de presente
esta obra ao papa Leão. Este lha prometeu, mas para não
despojar o Belvedere, decidiu enviar-lhe uma cópia; e os
filhos já estão prontos em uma sala; mas o mestre, ainda que
vivesse quinhentos anos, e fizesse cem deles, não poderia
jamais fazer algo igual””.
Luiz Marques
14/03/2012
Bibliografia
1970 – H.H. Brummer, The Statue Court in the Vatican
Belvedere, Estocolmo, p. 266.”